Cabina di un Boeing 787 Dreamliner operato da Scoot (photo credit Melv_L)
Nuove iniziative in Asia e negli Stati uniti, ma la vera contesa è per l’Europa. Dopo aver conquistato una fetta consistente del mercato aereo globale, ora le compagnie low cost (LCC), sono pronte al salto di qualità. Il prossimo spazio competitivo di mercato sono le rotte intercontinentali, quelle piene di passeggeri disposti a pagare per viaggiare comodi. E i prezzi, che si sono già notevolmente abbassati, promettono di scendere ancora, tanto che entro qualche anno l’ipotesi di viaggiare tra l’Europa e gli Stati Uniti con meno di 100 euro a tratta è tutt’altro che remota.
In trent’anni di attività, i vettori che adottano questo modello di business si sono dedicati quasi esclusivamente ai collegamenti di corto raggio, cioè sotto le duemila miglia nautiche. Prima hanno affiancato e poi in molti casi progressivamente sostituito le compagnie tradizionali sulle rotte brevi. Le low cost di maggior successo, hanno inoltre avuto il merito di sviluppare nuovi mercati, aprendo e offrendo continuità di relazioni tra località minori. Nel 2013, la fetta di mercato globale in mano alle compagnie low cost era del 23 per cento, con una quota del 32 per cento in Europa.
Tuttavia, con l’esclusione di qualche tentativo sporadico, come quello di Air Asia X di connettere la Malaysia con Londra e Parigi – rapidamente ritirato dopo meno di due anni di attività, fino a qualche anno fa nessun operatore low cost aveva mai avviato un piano di estensione della propria rete al lungo raggio. Le ragioni principali riguardano i costi e le aspettative della clientela. Connettere un continente diverso da quello in cui si opera comporta, solo per citare le voci principali, l’apertura di nuove basi con tanto di costi di personale e di immobili e l’acquisizione di aerei più grandi con maggiori costi di gestione e di manutenzione. Inoltre il passeggero medio del lungo raggio è stato sempre considerato troppo esigente, o sofisticato, per barattare la comodità in favore di prezzi bassi. Un conto è stare 2 ore seduti su un sedile stretto, non reclinabile e senza alcun tipo di intrattenimento, altra cosa è farne 7 o 13.
Il mercato però sta cambiando e sta cambiando velocemente. La crescita sostenuta del settore (anche a luglio 2016 Iata riporta un +5,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) e la disponibilità di nuovi velivoli stanno agevolando l’ingresso delle compagnie low cost nel mercato premium dei voli transcontinentali.
Potrà sembrare strano, ma la battaglia più agguerrita in questi mesi si sta combattendo per le rotte transatlantiche, cioè tra Europa e Nord America. Un mercato considerato maturo e che, invece, continua ad avere margini di miglioramento. Sostenuto da una domanda in crescita, sul mercato transatlantico si stanno affacciando nuovi soggetti. Come riportato da Aviation week, Norwegian, già presente da un paio d’anni ha esteso la sua frequenza sulle rotte nordamericane del 44 per cento e ha scelto Barcelona come nuovo hub europeo verso Stati Uniti e Canada. Da Londra Gatwick, WestJet ha aperto sei rotte canadesi e i primi risultati sembrano superiori alle aspettative. Più a nord, Reykjavik si va affermando come hub a basso costo, al servizio della compagnia di bandiera islandese, Icelandair, ma anche di Wow. Secondo alcuni osservatori, i servizi a lungo raggio a basso costo verso il Nord America sono triplicati in due anni e se oggi la quota complessiva di questi servizi è del 3,3% è facile intuire quali siano gli spazi di crescita. Non a caso si stanno orientando in questo settore altri vettori, considerati tradizionali come TAP Air Portugal, Aer Lingus, Air Berlin e SAS.
Anche in Asia il fiorente mercato delle low cost si sta orientando verso il lungo raggio. Va detto che, a differenza dell’Europa, complici le maggiori distanze, le compagnie aeree di Asia e Pacifico coprono da diversi anni le rotte a medio raggio. Air Asia X collega regolarmente la sua base in Malesya con l’Australia, il Giappone e la Cina e lo stesso fa JetStar, compagnia controllata da Qantas. Ora a muovere un passo deciso verso l’Europa è Singapore Airlines, attraverso il vettore Scoot, lanciato nel 2012. Già attiva con diverse destinazioni in Asia e in Australia, dal prossimo giugno, Scoot collegherà Singapore con Atene utilizzando Boeing 787 nella versione 8s. Singapore Airlines collega direttamente già diversi hub europei, ma sulla Grecia pensa sia più appropriato un modello low cost. La battaglia per l’Europa entrerà nel vivo nel 2018, quando Air Asia comincerà a ricevere i primi Airbus A330neo (ne ha ordinati 66) con cui però intende collegare destinazioni europee con stop in destinazioni intermedie. Lo scopo è di mantenere l’utilizzo degli aerei per almeno 16 ore al giorno.
A rendere possibile l’ingresso delle compagnie low cost nelle lucrative rotte intercontinentali stanno contribuendo le nuove flotte messe a disposizione dai due principali costruttori, Airbus e Boeing. I nuovi aerei come il B787 e la versione neo dell’A330 hanno fusoliere più leggere, aerodinamica migliorata e motori più efficienti. Il tutto si traduce in minori consumi di carburante, voce che incide per circa il 50 per cento sul costo del volo. Secondo i costruttori il risparmio entro qualche anno sarà del 10-12 per cento rispetto ai costi attuali. Inoltre, tutti i nuovi aerei hanno le tecnologie per la connettività continua in volo e, anche se configurati per l’alta densità, riescono a offrire schermi di intrattenimento (musica, film, tv, news) in ciascun posto.
Inoltre, la nuova generazione di apparecchi consentirà la percorrenza di rotte transatlantiche anche con aerei originariamente pensati per il corto raggio. E’ il caso del nuovo Airbus A321 di cui la compagnia americana JetBlue ne ha ordinati 30. L’efficienza dei motori e il raggio dei nuovi aerei stanno facendo considerare alla compagnia con base a New York di aprire nuove rotte verso l’Europa a partire dal 2017.
Con l’ingresso nel mercato di nuovi operatori è possibile che i prezzi dei biglietti calino ancora, specialmente nei periodi di bassa stagione. Se già oggi è possibile viaggiare da Barcelona o Londra a Miami per 158,10 euro, la serrata competizione avrà ulteriori effetti diretti sulle tariffe. Non resta che attendere chi sarà il primo a scendere sotto il muro dei 100 euro a tratta tutto compreso.
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