Potrebbe rivelarsi un’estate turbolenta per i viaggiatori e i vacanzieri europei. Una serie di scioperi dei controllori di volo in Francia e in Italia, sommato alla carenza di personale degli addetti al traffico aereo in Gran Bretagna e Germania mette a rischio decine di migliaia di voli in tutto il continente. Una situazione ritenuta ormai insostenibile da Ryanair che giovedì 14 giugno ha sollecitato un’azione urgente da parte della Commissione europea e dei governi europei per arrestare l’allarmante deterioramento dei servizi europei di controllo del traffico aereo (ATC – Air Traffic Control). Situazioni molto critiche si sono verificate già a maggio e sono proseguite a giugno.
Questi i dati di ritardi e cancellazioni raccolti da Ryanair per quanto riguarda maggio 2018:
– Oltre 117.000 voli sono stati ritardati con il 61% (oltre 71.000 voli) a causa della carenza di personale ATC e degli scioperi.
– Oltre 56.000 voli sono stati ritardati di oltre 15 minuti, un aumento di quattro volte rispetto ai 14.000 voli in ritardo a maggio 2017.
– I ritardi dovuti a cause meteorologiche hanno rappresentato il 39% (45.000 voli), un aumento quadruplo rispetto agli 11.000 ritardi meteo del maggio 2017.
– Stranamente, ula maggioranza (quasi il 60%) di questi ritardi meteo ha avuto luogo il venerdì e il sabato anziché negli altri 5 giorni della settimana. Probabilmente, dicono a Ryanair i fornitori di ATC usano la scusa delle condizioni meteorologiche avverse per coprire carenze di personale.
– L’Unione europea ha come obiettivo per il 2018 di contenere i ritardi medi a 0,5 minuti per volo. Tuttavia, le attuali previsioni per il 2018 indicano che si andrà verso 1,5 minuti per volo, quasi triplicando l’obiettivo comunitario.
– A maggio, Ryanair ha cancellato poco più di 1.000 voli, quasi tutti a causa di carenze e scioperi del personale ATC. Questo è stato superiore di 24 volte rispetto ai 43 voli cancellati a maggio 2017.
– A maggio, EasyJet ha cancellato 974 voli rispetto ai soli 117 di maggio 2017.
Il deterioramento nei cieli europei è considerato preoccupante da gran parte degli operatori dell’aviazione. L’amministratore delegato di IAG (British Airways, Iberia, Aer Lingus, Vueling) Willie Walsh ha affermato che la situazione del traffico aereo europeo è disastrosa e che tutte le previsioni di migioramento rispetto all’anno precedente si sono rivelate irreali. Airlines for Europe, organizzazione europea dell’industria aeronautica i cui membri includono IAG e Ryanair, ha stimato che il costo economico degli scioperi dei controllo del traffico aereo nell’Unione europea è stato di 12 miliardi di euro tra il 2010 e il 2016.
Decine di migliaia di persone sono rimaste a terra o sono arrivate in ritardo a maggio e anche questo fine settimana, con lo sciopero dei controllori di volo in Francia, altre migliaia vedranno vanificata la speranza di raggiungere le destinazioni di vacanza o i propri cari. Da questa mattina si stanno registrando cancellazioni e ritardi di alcuni voli sugli aeroporti di Parigi Roissy e Orly, ma anche di Marsiglia, Nizza, Lione e Tolosa. Lo sciopero, indetto da sette sigle sindacali per protestare contro i salari, ha ripercussioni pesanti sui voli che non toccano la Francia, non partono e non atterrano in nessun aeroporto transalpino, ma sorvolano il suo spazio aereo.
In questo caso gli effetti dello sciopero hanno un impatto diretto sulle finanze delle compagnie aeree oltre che sui passeggeri. La mancanza di gestione del traffico sullo spazio aereo francese costringe gli aerei che dovrebbero sorvolare il paese a trovare nuove vie, con conseguente allungamento delle rotte e maggior dispendio di carburante che, lo ricordiamo, rappresenta circa il 50 per cento del costo totale di un volo di linea. A subire i maggiori effetti sono i voli in partenza dalle isole britanniche e diretti nel Mediterraneo, con destinazione Spagna, Italia, Grecia, Malta e Turchia. Senza contare che i ritardi e le cancellazioni, pur non generando il diritto al risarcimento previsto dalla normativa europea sui diritti dei consumatori, in quanto lo sciopero dei controllori di volo e il maltempo sono considerate cause di forza maggiore, obbliga le compagnie aeree a rimborsare i biglietti, trovare voli alternativi o soluzioni per il rientro dei passeggeri e comunque a fornire loro assistenza (pasti, alloggio, telefonate, ecc.). Tutte le indicazioni per come ottenere un rimborso e l’assistenza le trovate qui.
Ma l’impatto lo subiscono anche i controllori di volo dei paesi contermini a quelli dove si verifica uno sciopero e gli aeroporti di arrivo. Se una porzione di cielo non è presidiata dai gestori del traffico aereo, tutti i voli che dovrebbero passare da quel punto devono trovare nuovi settori dove transitare. Settori che, in molti casi, sono già al limite della capacità e quindi costringono gli aerei a terra fino a quando non hanno spazio sufficiente. Idem per gli aeroporti, in particolare quelli più grandi dove atterraggi e decolli si susseguono senza sosta dalle prime ore del mattino fino a notte inoltrata. In questi aeroporti, come Fiumicino o Malpensa in Italia, trovare uno slot, cioè il tempo tra un atterraggio e l’altro per far arrivare un aereo in orario diverso da quello previsto è molto più complicato di quanto possa sembrare. La conseguenza sono decine di minuti quando non intere mezzore di attesa con l’aereo a sorvolare l’aeroporto aspettando il sospirato via libera della torre di controllo.
Per capire di cosa stiamo parlando e di qual è la situazione del traffico aereo nei cieli europei, dove transitano giornalmente oltre 29 mila voli, ecco un’immagine tratta da Flightradar24, servizio che traccia gli aerei in tutto il mondo. L’immagine riporta il traffico aereo alle 10.07 ora italiana di venerdì 15 giugno.
Sempre su Flightradar24 è disponibile una mappa con i ritardi accumulati negli aeroporti.
Per un dettaglio più approfondito sui ritardi e sulle loro cause, sono disponibili i dati del Nop, il Network Operation Portal di Eurocontrol, l’organizzazione europea che coordina il lavoro dei gestori nazionali degli spazi aerei. Nel momento in cui scriviamo, venerdì mattina, il ritardo medio accumulato da ogni aereo è di 2,4 minuti con 654 voli con un ritardo superiore o uguale a 30 minuti. La ragione principale dei ritardi è la capacità dei settori (64 per cento), seguita dalla mancanza di staff dei controllori di volo e da condizioni meteorologiche (11 per cento ciascuna). Come si evince dall’immagine sottostante, i settori che stanno andando maggiormente in crisi (in rosso quelli con attesa superiore a 45 minuti), sono quelli adiacenti alla Francia. Segno che, probabilmente, centinaia di voli stanno cercando vie alternative per l’impossibilità attuale o programmata di sorvolare lo spazio aereo francese.
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