Un volo di collaudo del Boeing 737 MAX (photo credit The Boeing Company)
C’era il rischio che in cabina di pilotaggio un’emergenza fatale si potesse ripetere da li’ a pochi mesi, come in effetti è successo. E’ quanto emerso dall’analisi dei rischi interna della Federal Aviation Administration (Faa) compiuta dopo il primo dei due tragici incidenti che hanno coinvolto l’aereo di linea Boeing 737 Max e causato a fine ottobre 2018 nel mare di Java la morte di 189 persone e ad Addis Abeba (a marzo 2019) di 157 passeggeri. Complessivamente, ci furono 346 vittime. Lo riporta il Wall Street Journal, che cita un funzionario della stessa Faa e altre persone vicine al dossier. L’analisi del regolatore, di cui si viene a conoscenza ora, afferma che “non ci sarebbe voluto molto” tempo perche’ si fosse ripresentato un malfunzionamento come quello affrontato dai piloti del volo Lion Air che si è schiantato nel Mare di Java a fine ottobre scorso. Almeno, stando a quanto riferisce una delle persone a conoscenza del documento. Sulla base di questi risultati, sarebbe bastato informare i piloti sul rischio di un malfunzionamento di un sensore del sistema antistallo che avrebbe spinto il naso dell’aereo verso il basso. La convinzione è che se i piloti fossero stati consapevoli del rischio e avessero saputo come reagire, si sarebbe potuto dare a Boeing e ai regolatori il tempo di progettare e approvare una correzione al software e al Mcas, il sistema di controllo di volo implicato nell’incidente.
Nel dettaglio, secondo una fonte vicina al produttore, l’analisi della Faa ha suggerito che un alert per i piloti sarebbe stato sufficiente a fornire a Boeing circa 10 mesi per progettare e attuare le modifiche necessarie al Mcas. La stessa fonte afferma che Boeing aveva in programma di completare le modifiche entro aprile, quindi nell’arco di 10 mesi. Dal giorno successivo alla seconda tragedia, gli investigatori si sono rapidamente concentrati sul sistema Mcas e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo hanno messo a terra il Boeing 737 Max. La Faa ha riferito di non essersi posta una scadenza per il via libera al pacchetto finale di correzioni, ma non consentirà agli aerei di tornare in volo fino a quando tutti i problemi di sicurezza non saranno risolti.
L’analisi interna della Faa, preparata nei giorni immediatamente successivi all’incidente del 29 ottobre, si chiama Taram, acronimo di Transport Airplane Risk Assessment Methodology. Si tratterebbe essenzialmente di un foglio di calcolo con formule che considerano una serie di fattori – come le dimensioni della flotta, la probabilità che i sensori si guastino, il numero di passeggeri e punti per prevedere quante persone potrebbero morire in un certo lasso di tempo a causa di potenziali pericoli.
Sul sito web di Boeing è possibile seguire la timeline con gli aggiornamenti e le informazioni di rilievo sul lavoro che il costruttore statunitense e le autorità di regolazione aeronautica stanno svolgendo per correggere i difetti del B737-MAX.
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