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  • Immagine del redattoreStefano Campolo

Da 30 ore senza acqua e cibo a Istanbul


Centinaia di persone in fila per ottenere del cibo ad un chiosco dell'aeroporto principale di Istanbul/Turchia


Cosa succede se cade un po' di neve a Istanbul? L'aeroporto rimane paralizzato e i passeggeri bloccati all'interno, senza assistenza, senza cibo, senza lo straccio di una parvenza di servizio clienti. Ci sono viaggiatori chiusi dentro da oltre 30 ore e molti, come riferisce l'Ansa, hanno cominciato a protestare e a chiedere di essere trasferiti in un albergo. Certo, di neve ne è caduto un bel po', non poca, ma il comportamento dell'aeroporto e delle compagnie aeree rimane ingiustificabile.

Costruito sul lato europeo di Istanbul, a nordest della città, il nuovo aeroporto è stato inaugurato in pompa magna il 28 ottobre 2018 e ha preso il posto dello scalo denominato Atäturk, in onore del padre della moderna Turchia. Onore che l'attuale presidente Erdogan ha ritenuto di non dover trasferire nell'intitolazione del nuovo aeroporto, forse a causa della deliberata laicità del primo presidente turco. Così, il nuovo aeroporto si chiama semplicemente Istanbul Airport, codice Iata, IST. Ed è qui che da un giorno e mezzo sono rinchiuse migliaia di persone perché la neve ha costretto le autorità a chiudere lo scalo e Turkish Airways a cancellare tutti i voli per oggi.


Nonostante le numerose controversie di carattere ambientale e di sicurezza del lavoro - Cumhuriyet l'unica testata indipendente dal governo nel 2018 ha denunciato che i morti nei cantieri assommavano a circa 400 lavoratori - il nuovo scalo è stato pubblicizzato come una meraviglia di tecnologia e innovazione che avrebbe reso i viaggi facili e confortevoli, una aeroporto pensato per i bambini e le famiglie e molte altre amenità con cui sono stati riempiti spazi promozionali a pagamento sulle testate di mezzo mondo. Come spesso accade nei regimi che detestano il contraddittorio ed esaltano i primati nazionalistici, la retorica si sbriciola quando incontra la realtà.


I passeggeri bloccati in Turchia raccontano di file interminabili per acquistare del cibo, di essere stati costretti a dormire sui pavimenti e di servizi igienici impraticabili anche per l'assenza di pulizie. L'assistenza ai viaggiatori che in questi casi dovrebbe essere combinata tra quella dello scalo e quella delle compagnie aeree sembra sia stata attivata solo per i passeggeri in transito e non per quelli in partenza.


A migliaia hanno affidato le loro proteste sui social media, in particolare Twitter dove non mancano le accuse di 'trattamento inumano' da parte della compagnia di bandiera Turkish Airline. L'unica risposta ufficiale arrivata finora dalle autorità turche è lo schieramento di 50 poliziotti nel tentativo di contenere le proteste.


Come spesso accade in questi frangenti, la battaglia più importante si gioca on line con il tentativo da parte delle autorità turche di controllare e manipolare le informazioni veicolate dai media indipendenti e dalle persone inferocite che continuano a postare video e notizie su cosa davvero un passeggero si può aspettare viaggiando con vettori turchi o attraverso aeroporti della Turchia.

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