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  • Immagine del redattoreStefano Campolo

Solinas vuole salvare Air Italy coi soldi della Regione

Aggiornamento: 30 nov 2020


Il presidente sardo Christian Solinas a un evento elettorale con Silvio Berlusconi


L’eventuale ingresso della Regione Sardegna nella compagine societaria di Air Italy irrompe nel dibattito politico e finisce presto in caciara. L’ipotesi di salvataggio di Air Italy da parte della Regione Sardegna l’aveva fatta ventilare il presidente sardo Christian Solinas, forse per difendersi preventivamente dalle critiche alla gestione del bando sulla continuità territoriale, vinto l’anno scorso da Alitalia e secondo alcuni osservatori costruito con un capitolato “sartoriale” per la compagnia ex di bandiera, privata sulla carta, ma pesantemente sussidiata dal contribuente pubblico.


Critiche a cui però il governatore sardo non è riuscito a sottrarsi lunedì 17 febbraio, quando i sindacati e i lavoratori della compagnia si sono ritrovati davanti alla sede del Consiglio regionale per portestare. Solinas se l’è battuta in ritirata, giocndosi la carta della convocazione al ministero a Roma. Nel frattempo aveva messo in circolazione anche l’annuncio di un incontro con l’amministratore di Qatar Airways, come se il plenipotenziario Al Baker, un uomo che può decidere di acquisire il 5 per cento di American Airlines (e lo ha fatto) o il 20 per cento di Latam (e lo ha fatto) non aspettasse altro che una riunione con il presidente di una piccola regione italiana (pardon, è la più estesa territorialmente, ma economicamente è tra le zone più depresse d’Europa).


In ogni caso la settimana precedente, il presidente della giunta ha chiarito che l’unica via d’uscita è assicurare alla Sardegna una compagnia aerea. Il salvataggio passerebbe per la Sfirs, la società per azioni intermediario finanziario della Regione. Nelle fila dell’opposizione, se il Partito democratico si è già espresso a favore di una soluzione del genere, magari sul modello della Corsica, i Progressisti sembrano al momento gli unici con un collegamento stabile con la realtà. “Sono fermamente contrario a ogni forma di ingresso della Regione Sardegna nel pacchetto azionario di compagnie aeree – spiega il capogruppo Francesco Agus in un post su Facebook. Come sono contrario all’idea che possano essere investiti denari pubblici per la creazione di nuovi vettori incapaci di stare su un mercato altamente competitivo come e’ quello del trasporto di persone”. Il consigliere precisa di non essere pregiudizialmente contrario alla partecipazione pubblica nel settore economico. Ma “in alcuni settori – chiarisce Agus – non esiste alcuna possibilità per società a partecipazione pubblica di reggere un mercato globale, competere con i privati, fare utili e non perdite constanti da ripagare ogni anno sottraendo denaro pubblico allo sviluppo”. Quindi, propone, “si faccia il possibile per difendere i diritti dei lavoratori: la partita, nelle mani dei ministeri competenti, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Lavoro e Politiche sociali, deve vedere anche il coinvolgimento della Regione, Giunta e Consiglio insieme”. Tuttavia, ribadisce Agus, “vista l’emergenza, evitiamo ogni avventurismo: sarebbe una follia pensare di risolvere il problema pregiudicando le risorse pubbliche di oggi e sopratutto quelle di domani”.


Intanto il sindacato Usb, ha chiesto apertamente di bloccare la liquidazione volontaria di Air Italy perché deve essere garantito il posto di lavoro a Olbia. Stranamente, non ha spiegato come. Ai sindacati si è aggiunta la voce autorevole dell’assessore regionale Zedda che ha intimato ai commissari liquidatori di bloccare l’invio delle lettere di licenziamento ai circa 1.450 dipendenti della compagnia.

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