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  • Immagine del redattoreStefano Campolo

Viaggeremo stipati, come sempre

Aggiornamento: 5 apr 2021



Il metro quadrato su un aereo è la proprietà immobiliare più costosa al mondo. Se le compagnie aeree adottassero regole di distanziamento come a terra, il viaggio in aereo tornerebbe appannaggio della fascia degli ultra ricchi, e nessun altro.


Un posto in classe economica offre ai passeggeri uno spazio pari a poco più di un terzo di metro quadrato, in media 0,35 mq (83 centimetri di lunghezza e 43 di larghezza). Questo spazio viene ‘affittato’, nella migliore delle ipotesi, a circa 30 euro l’ora comprese tasse e imposte, nella peggiore costa dieci volte tanto. Nel mezzo ci sono tutti i gradi possibili su cui incidono vari fattori tra cui le politiche commerciali della compagnia, la presenza o meno di concorrenza su quella tratta, la domanda, le tasse aeroportuali, gli eventuali incentivi, il costo del carburante e molto altro ancora.


Ecco perché il rispetto della regola di 4 metri di distanziamento sociale più facilmente applicabile a terra, a bordo di un aereo è irrealistica. A meno di non voler sussidiare il settore dell’aviazione con qualche centinaio di miliardi nei prossimi due anni o di restringere il mercato ai pochissimi che si potranno permettere tariffe da nove a dieci volte superiori a quelle attuali. Mettere a disposizione di ciascun passeggero 4 metri quadrati significa, su un aereo da 189 posti come i comunissimi B737 e A320 del corto e medio raggio, ridurre a 22 il numero di clienti paganti. Anche solo lasciare i posti centrale di ogni fila vuoti produrrebbe una aumento delle tariffe intorno al 40 per cento.


Le compagnie stanno quindi scartando queste ipotesi, prese in considerazione tra marzo e aprile, ma restano preoccupate di rassicurare la potenziale clientela sulla sicurezza sanitaria a bordo. Oltre a un sostanziale calo della domanda dovuto a varie restrizioni (chiusura delle frontiere e quarantena obbligatoria in primis), c’è la consapevolezza del timore di infettarsi da parte di un numero crescente di persone. Una paura che induce a maggiore prudenza e minore predisposizione al viaggio in promiscuità.


Non c’è sito web o applicazione di compagnia aerea che non riporti, in queste settimane che anticipano la ripresa dei voli, informazioni sul sistema di aerazione interna agli aerei. Con qualche variazione, il mantra è: l’aria di cabina è essenzialmente pulita come in una sala operatoria, viene pompata dal soffitto sopra i passeggero e quindi nelle prese d’aria sul pavimento. L’aria viene sostituita ogni pochi minuti con quella esterna, che viene compressa e miscelata con una parte (25 per cento) di aria di ricircolo dalla cabina e viene fatta passare attraverso i filtri HEPA (dall’inglese High Efficiency Particulate Air filter). Questi filtri sono di qualità ospedaliera e rimuovono il 99,9 per cento di tutte le particelle, compresi i virus.

Inoltre, rassicura l’associazione delle compagnie aeree IATA, le procedure implementate da aeroporti e vettori in tutto il mondo sono le più complete mai viste nel settore dei trasporti per garantire la sicurezza dei viaggiatori. Molte compagnie aeree si stanno organizzando per fornire ai passeggeri salviette, gel disinfettanti e mascherine per il viso nel caso ne fossero sprovvisti.


Del resto, è chiaro che viaggeremo meno rispetto a prima e infatti ci sono già ripercussioni pesanti nel settore aviazione con molte compagnie che stanno tagliando la forza lavoro anche del 30 per cento. Ma se spostarsi resta una necessità dovremo accettare dei compromessi, quali misure di tracciamento e test più stringenti e più durature rispetto ad altri settori, obbligo di indossare mascherine e di disinfettarsi che invece in altri luoghi non sono più previsti e un certo grado di rischio. Oppure, dovremo rassegnarci a rinunciare a muoverci, ma non tutti se lo possono permettere, o, chi può, acquistare servizi di aerotaxi.

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